Televisioni

Per sua natura, la televisione è un oggetto che induce a ricevere informazioni senza la possibilità di interrogarsi su ciò che si sta ricevendo. Infatti essa funziona nel seguente modo: la puoi accendere, al che un flusso di informazioni costante e impossibile da fermare prende atto, oppure la puoi spegnere, al che non hai diritto a nessuna informazione, ma anzi alla perdita della stessa. Inoltre il fatto che molte persone la guardino genera una pressione sociale su chi per malaugurata sorte decida di non farlo, perché discorrendo di varie cose necessariamente si parlerà di qualche informazione reperibile solo in televisione, perciò chi non la guarda riceverà uno stimolo negativo, per quanto possa apparire insignificante (è insignificante per tutti? giovani, anziani...?). Ma il punto peggiore è che non richiede sforzo da parte dell'utente: questo fa sì che il valore che viene dato all'informazione in rapporto alla difficoltà per reperirla sia massimo, introducendo una predisposizione positiva per qualunque contenuto venga proposto.

Il libro, d'altro canto, consente di interropmere la lettura senza perdere informazioni, e il solo avere questo diritto mette in condizione di esercitarlo: le informazioni saranno sempre lì a disposizione senza alterazioni. Anzi, più il libro sarà interrotto, seppur brevemente, più le informazioni guadagnate saranno rilevanti, perché incorporeranno il nostro giudizio su quanto letto nel corso della lettura stessa, cosa impossibile da fare con la televisione. Nelle pause, infatti, la nostra attenzione è cattuarata dalla pubblicità o dal fare ciò che abbiamo rimandato durante il programma di interesse.

Mi si obietterà l'esistenza di un nuovo mezzo di comunicazione panacea di tutti i mali: internet. Internet è un mezzo di comunicazione, ai fini di questa mia riflessione, tanto quanto può esserlo la carta o uno schermo. "Televisione" e "libro" sono modalità di interazione con determinati oggetti, non gli oggetti in sé. Dunque se in rete ho un articolo che posso leggere senza distrazioni, sempre a mia disposizione, esso sarà l'equivalente di un libro, ma se fosse un flusso costante di informazioni in cui la novità è la cosa più importante, allora saremo di fronte ad un nuovo modo di fare televisione.

Esempio eclatante è YouTube che nelle sue più recenti incarnazioni presenta tutte le caratteristiche tipiche della televisione, anche senza tirare in ballo la censura (o la ben peggiore autocensura). Infatti viene incentivata la visione costante di contenuti e l'interruzione, che a differenza della televisione è possibile, è comunque un passo da compiere, mentre nel libro è l'esatto opposto: devi compiere uno sforzo per non interrompere. Tanto più che la brevità, tipicamente, dei contenuti non induce interruzione se non alla fine del contenuto stesso, ma avendo della pubblicità tra i contenuti si tende a non aggiugnere ulteriori pause.

Allo stesso modo all'interno dei libri si trovano delle proto televisioni. Molti romanzi vengono scritti proprio per essere il più scorrevoli possibile ed essere letti in serie, senza contenuti rilevanti, con tagli, appunto, cinematografici (anche il cinema moderno si avvia verso una sua televisionificazione). Colpi di scena, chiusure a effetto, e la continua riproposizione di cose già lette servono perfettamente allo scopo di generare un flusso di parole di facile intesa e dunque che richiedono un basso sforzo per essere assimilate, senza indurre ad interrompere di quando in quando la lettura.

Lascio al lettore volenteroso il compito di inquadrare i giornali in base alle distinzioni fatte sopra.


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