Giorno uno

Considerando il giorno zero nella disciplina della conoscenza quello in cui Socrate disse: "so di non sapere", si noterà facilmente come siamo ancora al giorno uno. Gran parte della storia della conoscenza ha male interpretato questa frase come slancio verso una più perfetta conoscenza: pochi si sono chiesti cosa fare dato che sappiamo di non sapere. Quando le informazioni abbondano e la scienza è esatta, e tutti andiamo d'amore e d'accordo è molto facile intraprendere un'azione giusta, dove giusta significa soltanto che i più condividono, in quanto fa l'interesse dei più, per vie dirette o indirette. più difficile è produrre una decisione soddisfacente in situazione di incertezza: un certo tipo di cultura, relegata all'ambito tecnico dell'economia e della finanza, vi si è in qualche modo specializzata. Qui il rischio e il beneficio ultimi sono il denaro, mentre un'etica dell'incertezza che ha come obiettivo tutto ciò che non è denaro (o meglio, tutto ciò che ci riguarda incluso il denaro) appare come la più naturale conseguenza dell'espressione socratica. propongo quindi di studiare il rovescio della medaglia: che fare quando, dovendo agire, e quindi esercitare il più alto grado di conoscenza (cosa c'è di più noto di una modifica al mondo, lì pronta per essere toccata?), che fare quando bisogna muoversi ma non si sa come? in altre parole, che fare se non so di sapere?


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