Perdita di dettaglio

Racconti, leggi "universali", ipotesi... sono tutte perdite sempre maggiori di dettagli. il grande abbaglio dell'uomo è stato considerare cose altre le stesse cose con meno dettagli.

Senza contare che c'è la presunzione di sapere 1 allo stesso modo di 4 solo perché si è sentito 4. Quello che si sa è solo 4, un racconto di fatti, che è un fatto di per sé, ovvero si sta sperimentando un fatto altro rispetto al fatto oggetto del racconto. Questo fa sì che il fatto-racconto entri nel pool di ipotesi possibili da applicare a fatti di tipo 1 successivi. Quindi sperimentando un 1 che trasformiamo in 2/3 (con perdita di dettaglio) e se i nomi che usiamo per questo 1 possono essere simili a quelli usati nel fatto-racconto di sopra, si abdurrà che il fatto appena sperimentato e raccontato ha a che fare con quel fatto-racconto immagazzinato nella memoria. Si pensi pure che il fatto-racconto sia un teoria scientifica... in realtà questo non ha importanza se non che consideriamo il fatto-racconto "un numero alto di esperimenti che confermano l'ipotesi" aumentare il legame tra fatti-racconti con nomi simili. E qui si apre un altro universo: un esperimento non è altro che un 1 che diventa 2 che diventa potenzialmente anche 3, questo fatto-racconto 3 "ha a che fare" con altri racconti. I dettagli che si perdono in questo processo sono enormi... e viene da pensare se sia davvero possibile, sminuzzando così la realtà, ottenere qualcosa di sensato nell'insieme.

Questo inferire, non porta a qualcosa di più largo, è solo una correlazione di nomi, una convivenza di fatti-racconto nuovi e vecchi. La prova, la legge... sono solo una quantità di fatti-racconto molto più alta di cose che leggi non sono. E non c'è differenza tra deduzione e induzione se non che nella prima si ha una giustapposizione n:m, nella seconda m:n con m < n (in particolare l'induzione di solito ha m > 1 mentre la deduzione m circa 1). È quindi tutto in realtà abduzione, se così si vuole chiamarla, o similitudine di nomi in quantità diverse.

La conoscenza tradizionalmente intesa è conoscenza di conoscenza. La conoscenza reale è solo esperienza diretta, cioè 1. Ci vuole coraggio per concludere a cuor leggero che c di c vale più della semplice esperienza... anche perché spesso non si tiene conto che questa conclusione sarebbe essa stessa c di c, siamo già al 6. Che la teoria scientifica fatta di molti esperimenti valga di più della singola esperienza di mia nonna è tutto da vedere: questo ovviamente dal punto di vista della nonna! per lo scienziato ovviamente quello che fa mia nonna non è importante, non è parte del suo esperimento. Ma sia mia nonna che lo scienziato agiscono nel mondo...


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