La Primavera

Lo scorrere incessante del tempo vorace, da nutrire con sempre nuove esperienze.

Questa condizione dell'anima si rivela, su scala differente, nella totalità degli uomini e nella loro ricerca scientifica: essa stessa è un'esperienza, infatti si può sperimentare la conoscenza, che è tutto ciò che facciamo quando non abbiamo dati a disposizione, anzi per essere precisi sempre fino a prova contraria; la conoscenza può quindi essere solo definita, come il pensiero quantistico ci ha abituati a considerare, in un perenne stato ambivalente, certa e non certa allo stesso tempo, finché un esperimento o confermi questa ambivalenza (ovvero confermando un'ipotesi in senso positivo) o screditandola definitivamente. Per inciso, da ciò segue la superiorità del metodo di ragionamento noto come via negativa. Il tempo scorre, è quindi insensato pensare che, se come dice Eraclito siamo in un fiume, la conoscenza sia invece una roccia da incontrare lungo il percorso a cui aggrapparsi: ciò consentirebbe solo di restare fermi mentre il resto va avanti.

Corollario: solo la conoscenza non espressa né tenuta in considerazione, da ultimo solo ciò che rigettiamo con l'indifferenza, essendo la negazione una presa di posizione che ci influenza, non modifica lo stato delle cose, e dunque è esente dall'incessante scorrere del tempo.

Piccola nota per gli atei occidentali: il nostro pensiero è inevitabilmente imbevuto di cristianità: ignorarne la filosofia è un errore, in quanto immagina tutto ciò che nacque e nasce come opposizione al cristianesimo come se ne fosse alieno; tali cose sono nate invece in seno ad esso, perciò ignorarne la nascita significa privarsi della visione della Primavera del Botticelli.


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