Domande umane

Dopo millenni di tentativi di cooperazione falliti, forse l'uomo dovrebbe porsi qualche domanda. Cristianesimo, marxismo e derivati, anarchismo: tutti hanno avuto la loro possibilità, magari piccola certo, ma l'hanno avuta. Ripetutamente hanno fallito, consegnando l'uomo ad una forma differente di prevaricazione sul proprio simile. Al contrario la libertà di sfruttamento altrui ci viene naturale e sovverte sempre i tentativi egualitari umani, con una rapidità sorprendente. L'uomo dovrebbe quindi porsi una domanda: ha senso continuare a provarci?

L'unico caso in cui vedo possibile un equilibrio egualitario è quello di un pericolo enorme a cui l'intera specie umana sia soggetta e adattarsi a un egualitarismo sia l'unica soluzione. Allora l'uomo correrà il suo rischio più estremo e forse qualche individuo ne uscirà vincitore, adattando la propria cultura al nuovo ambiente.

Il diletto intellettuale e la lavanda cosciente indotti da questi ideali sono tali da far dimenticare all'uomo la loro improbabilità. Essere troppo categorici è un errore di valutazione, perciò non escludo che possa verificarsi anche una lunga e logorante avanzata di una qualche vera utopia. Mi sembra tuttavia molto difficile. Anche se fosse, persino l'uomo egualitario dovrebbe domandarsi: perché ogni tentativo fallisce? Cosa sto facendo io di diverso che mi farà avere successo? Quali condizioni esterne sono cambiate affinché avvenga il mio successo?


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